Simbologia e usi del Corallo
Conosciuto e pescato fino dall’antichità dai popoli che abitavano sulle rive del Mediterraneo, il corallo a causa della sua natura trivalente vegetale animale e minerale era ritenuto un materiale magico portatore di molteplici virtù soprattutto grazie al suo colore rosso vivo che ne ha decretato il successo alimentando miti e leggende sulla sua origine. Colore e natura ambigua fin dalla preistoria hanno collegato il corallo rosso alla energia vitale, alla fecondità, alla salute, alla prosperità. Sia in Oriente che in Occidente gli si riconoscevano doti scaramantiche e poteri medicamentosi e protettivi, serviva a tenere lontane sciagure e influssi nefasti, la sua era una funzione benefica. Lo troviamo presso tutte le culture antiche sia in forma di monile che di amuleto, elemento pregiato inserito in collane, bracciali, anelli, orecchini, fibule come simbolo di ricchezza e potere o utilizzato per decorare armi, scudi, elmi e presso i popoli nomadi dell'oriente come ornamento raro e prezioso attributo della regalità.
In Egitto il corallo era la pietra sacra alla dea Iside, dea della fertilità e della maternità, per i Greci e i Romani era portatore di energie positive, simbolo di forza generatrice, strumento di contatto con il divino, dotato di straordinarie virtù terapeutiche e potente stimolo della passione amorosa. A dare conferma di tali eccezionali poteri troviamo il mito che nel pensiero ellenico associa l’origine del corallo alle imprese di Perseo quando recide la testa di Medusa e il sangue della Gorgone si riversa nel mare trasformando le erbe marine presenti in arborescenze pietrificate dotate di colore rosso e di virtù magiche. La credenza nel corallo come espressione dell’equilibrio tra vita e morte e della possibilità di rinascita è ripresa dal pensiero cristiano che associa il corallo al sangue di Cristo e lo trasforma in simbolo di passione e resurrezione.
Fu grazie agli scambi commerciali che fiorirono già dai tempi antichi che il corallo, considerato universalmente ‘oro rosso’ fu esportato in oriente e si insediò stabilmente nei costumi dei popoli lontani che lo ritenevano un potente portafortuna. Già al tempo di Alessandro Magno il corallo veniva inviato in India, ma fu a partire dall'età romana che si intensificarono le esportazioni di corallo, scambiato principalmente con perle, in oriente tramite il mar Rosso, dall'Egitto Romano verso i porti dell'Arabia e dell'India. L'interesse per il corallo è rimasto vivo anche nel periodo Medievale nelle popolazioni dell'Arabia come dell'Estremo Oriente. Marco Polo ci narra come il corallo fosse materiale ambito dai Mongoli e dai Tibetani che lo consideravano portatore di energia vitale straordinaria, assimilato al fuoco e alla luce. I gioielli in corallo nelle regioni orientali avevano una funzione protettrice nelle fasi più importanti della vita, nascita, circoncisione, pubertà, matrimonio.
Per gli Arabi il corallo era simbolo di bellezza, aiuto nella ricerca della felicità e del contatto con il divino, per gli Indiani aveva soprattutto proprietà come amuleto per la sua forza protettiva nei confronti delle forze negative e come talismano in quanto dotato di grande potere propiziatorio. Ovunque il corallo allontanava le malattie, la sterilità, i contagi, era quindi regalato ai bambini sotto forma di palline o rametti da appendere al collo o alla cintura, alle balie per favorire la produzione di latte, alle fidanzate e alle spose in forma di collane, orecchini e bracciali come augurio di vita prolifica.
COMMERCIO E LAVORAZIONE DEL CORALLO NELLA STORIA
Già presso le popolazioni dell’età neolitica il corallo venne utilizzato come materiale ornamentale su oggetti di metallo ma anche come manufatto inciso in forma di idoli. Greci e Romani attribuivano un valore ornamentale specifico al corallo impiegandolo come materiale unico o centrale nei loro monili ma dimostrarono una crescente maestria anche nella scultura del corallo raffigurante le immagini delle molte divinità della religione classica. Il Cristianesimo assimilando e trasformando riti, credenze e mitologie pagane vide nel corallo il simbolo del sangue di Cristo che con la sua morte salva l'umanità dal peccato per cui si verificò un utilizzo crescente del rosso materiale nella creazione di rosari, crocefissi, oggetti sacri, fasce battesimali, ornamenti per le statue dei Santi.
La lavorazione artistica del corallo si sviluppò a partire dalla Sicilia grazie alle maestranze ebraiche che dettero impulso ad una scuola di sapienti scultori e maestri nella creazione di monili e figure sacre. A Trapani in particolare nacque una scuola autoctona di artigiani che crebbe in abilità, fama e prestigio nella produzione di oggetti sacri e profani, grazie alla sempre maggiore richiesta di manufatti di corallo proveniente da ricchi committenti: Papi, cardinali, re, principi tra i quali anche i Medici di Firenze crearono nel tempo importanti collezioni di oggetti lavorati in corallo. La lavorazione ed il commercio del corallo oltre che in Sicilia si sviluppò in altri paesi affacciati sul Mediterraneo, come Francia e Spagna, ed anche in altre città italiane tra cui Napoli, Genova, Livorno. Il '700 fu il periodo di maggior richiesta del corallo sia in oriente che in occidente.
I pescatori di Torre del Greco in particolare, essendo una comunità molto attiva da tempo e ben organizzata, grazie allo sfruttamento dei ricchi banchi di corallo presenti lungo le coste dell'Africa settentrionale, della Sardegna e della Corsica e alla protezione dei sovrani Borbonici riuscirono a conquistare una posizione di rilievo tra i tanti concorrenti. Sfruttando le leggi emanate a loro favore tra le quali il Codice Corallino che regolamentava la pesca del corallo, ed il sostegno ottenuto dai sovrani anche per l'apertura della prima fabbrica all'inizio del XIX secolo si imposero progressivamente sia nella pesca del corallo che nella sua lavorazione.
Nel corso del XIX secolo la scoperta di immensi depositi di corallo al largo di Sciacca e la disponibilità di grandi quantità di corallo provenienti dal Giappone consolidarono definitivamente il primato di Napoli e di Torre del Greco nella pesca e nella lavorazione del corallo, primato che ancora mantengono nella produzione di incisioni di ispirazione neoclassica e nella realizzazione di ornamenti personali.