STORIA E USI DELLA PERLA
Le perle sono tra le più antiche gemme del mondo, e da quando furono scoperte, sono rimaste le gemme più apprezzate e agognate al mondo.
Fin dall’antichità le perle hanno esercitato una formidabile attrazione su tutti i popoli a partire dai cinesi che le consideravano appannaggio dei sovrani e dagli indiani che ne sottolineavano l’origine divina; come ornamento erano indossate tanto dalle donne quanto dagli uomini ed erano largamente utilizzate anche come moneta di scambio insieme a diamanti e smeraldi.
Fu grazie alle spedizioni di Alessandro Magno in territorio asiatico che le perle cominciarono ad essere apprezzate anche in occidente e da allora il loro successo fu inarrestabile.
Per i romani furono simbolo di ricchezza e prestigio, gli antichi greci le utilizzavano nelle cerimonie nuziali come simbolo di purezza e di amore, la cultura araba considerava le perle come uno dei più grandi tesori del Paradiso.
Per il loro alto prezzo e la rarità furono per secoli associate al lusso, alla ricchezza e al potere. Solo chi possedeva enormi ricchezze poteva permettersi l’acquisto e l’esibizione di gioielli ; le matrone romane le portavano su orecchini, collane, spille, e più tardi gli imperatori romani e bizantini iniziarono ad ornarsi, a imitazione dei sovrani orientali, di corone e diademi tempestati di pietre preziose e perle. Queste ultime nei secoli dopo Cristo e per tutto il Medio Evo grazie alla possibilità di essere forate cominciarono ad essere cucite anche sulle stoffe per ornare mantelli e vesti di sovrani e principi, paramenti e tiare dei pontefici e di alti dignitari ecclesiastici. Pietre preziose, oro e perle divennero prerogativa delle monarchie e della chiesa, che nel tempo esercitarono un crescente controllo su acquisti e utilizzo delle materie preziose.
Nelle Fiandre e nel Ducato di Borgogna nacquero e si diffusero poi presso le corti di tutta Europa numerose botteghe di artigiani sempre più abili nel taglio e rifinitura delle pietre preziose come nella scelta delle perle e nel loro utilizzo per creare fantastici gioielli e accessori per i sovrani europei e le loro raffinate ed esigenti corti che richiedevano sempre nuove creazioni da esibire nei loro sontuosi ricevimenti. Presso tutte le corti si diffuse l’abitudine di ornare vesti e mantelli con ricami intessuti di perle e gemme, filo d’oro e d’argento, di esibire cuffie femminili e ornamenti per capelli che venivano intrecciati con fili di perle e fermagli gioiello, collane, orecchini, anelli dove insieme alle pietre preziose le perle non potevano mancare. A testimoniare questa enorme produzione di meravigliosi gioielli da parte di botteghe orafe artigiane sempre più esperte troviamo i pittori del XIV e XV secolo che nei ritratti ufficiali come nei dipinti che documentano la vita quotidiana hanno descritto fedelmente gli usi del tempo anche nel campo della moda.
Le botteghe degli artigiani gioiellieri erano frequentate anche dai pittori che studiavano da vicino la resa dei colori delle pietre e la luce riflessa dalle perle in modo da poterle rendere al meglio nei loro dipinti e spesso disegnavano loro stessi gioielli per sé o per ricchi committenti. Questa tendenza venne seguita anche dai pittori italiani grazie ai contatti mercantili e finanziari tra le Fiandre e importanti città italiane come Firenze e Venezia. A Firenze in particolare nel XV e XVI secolo in molti ritratti si inserivano dettagli importanti sulla moda del tempo presso le classi agiate, riproducendo abiti raffinati cuciti con tessuti di pregio accompagnati da gioielli finemente lavorati che incastonavano pietre di rara bellezza e perle di grande qualità. Venezia non era da meno per la richiesta di beni di lusso da parte di aristocrazia e regnanti tanto che la città deteneva il primato dal punto di vista commerciale per l’acquisizione di perle e pietre preziose e le nobildonne gareggiavano nello sfoggio di abiti e gioielli alla moda. L’emergere un po’ ovunque di una nuova classe di ricchi mercanti borghesi portava con sé la richiesta di questi ultimi di poter acquistare con il denaro quei beni di lusso che da tempo erano esclusiva pertinenza dei nobili.
Con l’ascesa della borghesia anche l’oreficeria divenne una attività sempre più autonoma e creativa praticata da liberi artigiani che si rivolgevano a un numero sempre crescente e differenziato di acquirenti. Dato che le perle naturali perfettamente sferiche e di alta qualità erano merce assai rara , gli artigiani iniziarono a lavorare anche quelle dalle forme irregolari o bizzarre combinandole con oro pietre preziose e semi preziose, smalti, avorio creando con esse, denominate da allora barocche, gioielli pendenti, figure umane, animali reali e mitologici ma anche soprammobili e oggetti da collezione e incontrando in tal modo il gusto per le curiosità e gli oggetti fuori dal comune che si diffondeva in tutte le corti europee.
Le perle mantennero un posto privilegiato nella gioielleria anche nel XVIII secolo quando furono abbinate soprattutto ai diamanti che affluivano in occidente in maggiore quantità dopo la scoperta di nuove miniere e l’oro divenuto bianco faceva da supporto a creazioni di carattere naturalistico con motivi floreali legati al nuovo interesse per la natura e per i giardini.
Il centro della moda del lusso e dei gioielli passò a Parigi che resterà a lungo punto di riferimento per le altre corti europee. Le perle seconde solo ai diamanti per importanza continuarono a impreziosire i gioielli sfarzosi di ogni casato e a mantenere il loro posto privilegiato. Si accentuò la distinzione tra gioielli con perle da sera e quelli con perle da giorno, Per le occasioni più importanti le perle erano sempre a goccia accompagnate da brillanti mentre di giorno si diffuse l’abitudine anche nei ceti borghesi di portare perle sferiche. I gioielli divennero più piccoli, le perle presentavano una minore caratura adatta anche alla capacità di spesa della nuova borghesia mercantile. Accanto alle forme naturalistiche dei gioielli si fecero strada anche motivi più individuali e simbolici legati ai sentimenti, romantici, come nodi, fiocchi, ancore, frecce.
Le perle divennero un bene di famiglia che poteva essere trasformato e riadattato seguendo i cambiamenti della moda. Nel corso del XIX secolo entrarono nel mondo della moda anche le perle esotiche e si diffusero parures di collane, anelli, orecchini e bracciali di perle, il possesso delle quali era ormai legato solo alla capacità di spendere denaro per acquistarle. Gli stati incoraggiarono i gioiellieri a incrementare le loro attività fino a considerarle settore privilegiato per sostenere l’economia dei loro paesi. Nella creazione di gioielli si ricercava ora ispirazione nell’arte dei popoli antichi, dagli Egiziani ai classici anche sull’onda degli scavi archeologici che facevano conoscere da vicino l’arte del passato, come pure si guardava allo stile gotico e al Rinascimento rivisitandoli.
Con l’Art Nouveau i gioielli furono considerati opere d’arte e in essi le perle di ogni tipo e colore trovarono spazio con nuovi accostamenti anche a materiali più poveri.
Con l’inizio del XX secolo la scoperta del metodo di produzione delle perle coltivate ad opera del giapponese Kokichi Mikimoto portò alla immissione sul mercato di una quantità sempre crescente di perle di ogni tipo, grandezza, colore rispetto al passato facendole così diventare un oggetto alla portata di tutti con una spesa non eccessiva. Questa straordinaria rivoluzione unita ai grandi cambiamenti sociali avvenuti nel corso del secolo che hanno portato la donna a entrare nel mondo del lavoro, trasformare abbigliamento e abitudini, relazioni sociali, condizione economica ha offerto a tutte la possibilità di possedere un gioiello con perle.